Avere un calendario editoriale è sicuramente un’ottima idea che ci può far risparmiare un sacco di tempo, risorse ed energie e che può rendere i nostri sforzi di content marketing molto più efficienti. In effetti, spesso, è proprio la mancanza di un calendario editoriale a farci perdere la strada, o magari a farcene prendere una sbagliata; insomma, è proprio la mancanza di questa guida scritta che ci fa sprecare un sacco di tempo che, altrimenti, potremmo utilizzare in un modo molto più produttivo.

Un calendario editoriale, nella sua essenza, altro non è che un documento scritto in cui indichiamo la data di pubblicazione di un nostro articolo (nel caso di un blog), o magari comunque di un contenuto da pubblicare sui social, in modo da avere già una mappa scritta per il futuro che ci dica già quali argomenti andremo a trattare.

Ma, prima di tutto, le cose più importanti.

Differenza tra piano editoriale e calendario editoriale

A prima vista, piano editoriale e calendario editoriale potrebbero sembrare la stessa cosa, ma, in realtà non è così.

Che cos’è un piano editoriale

Un piano editoriale è un documento scritto su cui indichiamo tutta la nostra strategia di contenuti, il che, quindi, include un insieme di argomenti che noi vorremmo trattare, il formato di questi contenuti, su quali canali andranno distribuiti questi contenuti, il target di riferimento a cui vogliamo indirizzarli; insomma, è un documento riassuntivo che, anche solo con un’occhiata, dovrebbe ritornarci un’idea piuttosto precisa di che cosa vogliamo fare e dove vogliamo andare con i nostri sforzi editoriali.

Che cos’è invece un calendario editoriale

Un calendario editoriale, invece, è, come dire, una traduzione più pratica di ciò che abbiamo stabilito nel piano editoriale. Nel calendario editoriale, quindi, andremo a creare, come dicevamo prima, una scansione temporale su cui si baserà la pubblicazione dei nostri contenuti.

Ad esempio, parlando più strettamente di SEO, potremmo creare, anzi dovremmo creare, un calendario editoriale per il nostro blog. In questo calendario editoriale, quindi, inseriremo la parola chiave principale su cui si concentrerà il nostro articolo e la relativa data di pubblicazione.

La differenza tra piano editoriale e calendario editoriale, quindi risiede nel fatto che il piano editoriale (o PED che, nel gergo del marketing, indica il Piano Editoriale Digitale) è quasi più un documento strategico che spiega la strategia più in generale che noi vorremmo perseguire con i nostri contenuti. Il calendario editoriale, invece, è un documento “più pratico” che, a partire appunto dal piano editoriale, ci dice che cosa dobbiamo scrivere e quando.

Sostanzialmente, il calendario editoriale ci dice cosa scrivere e quando scriverlo, mentre il piano editoriale ci dice perché scriverlo.

I vantaggi di un calendario editoriale e in che cosa ci può aiutare

La maggior parte delle aziende e dei professionisti che devono lavorare sulla loro presenza web, hanno un sito, anzitutto, perché devono promuovere un loro prodotto o un loro servizio.

Questo, quindi, implica il fatto che aziende e professionisti debbano primariamente concentrarsi sulla produzione di questi beni e servizi che poi devono vendere; la priorità quindi, viene, giustamente, data ai beni che devono essere venduti.

Il fatto che, giustamente ripeto, la priorità venga assegnata ad un’altra cosa, fa sì che la creazione dei contenuti venga relegata, spesso, in secondo (o magari anche in terzo o quarto) piano, il che è perfettamente concepibile ma questo, purtroppo, fa sì che si crei una specie di circolo vizioso.

Mi spiego: l’azienda in questione investe un sacco di tempo ed energie per creare un prodotto o un servizio di valore, ma poi non ha le risorse necessarie per promuovere questi prodotti e servizi. Questo fa sì che l’azienda o il professionista in questione non venda una sufficiente quantità di beni e servizi che ha prodotto, il che vuol dire che avrà, nel futuro, ancora meno risorse da impiegare per il marketing e per migliorare ulteriormente la propria offerta.

Creare un calendario editoriale ci può aiutare esattamente in questo senso: se noi creiamo già una mappa di quali contenuti noi vorremmo pubblicare e quando li vorremmo pubblicare e, cosa più importante di tutte, rispettiamo i lanci dei contenuti presenti in questo calendario, ecco che risolveremo, perlomeno in parte, il problema del “e adesso che cosa scrivo?”, e anche il problema del “sì ma quando lo scrivo?”.

Avendo, quindi, già questa mappa scritta, non sarà più necessario allocare tempo e risorse per scervellarsi per capire di che cosa scrivere e quando scriverlo perché, in realtà, questo è un passo che abbiamo già fatto.

Dicevo prima “in parte” perché poi la parte più difficile, in realtà, non è creare il calendario editoriale, ma è rispettarlo.

Infatti, abbiamo detto che altre priorità, spesso, se non la maggior parte delle volte, prendono la precedenza rispetto ad altre cose, il che significa che, quindi, queste altre cose verranno posticipate a data indefinita. Il calendario editoriale, però, funziona solamente se riusciamo ad attenerci il più possibile alle scadenze che ci siamo dati.

La creazione del calendario editoriale, quindi, non può e non deve prescindere da una regola aurea, ossia che bisogna equilibrare qualità e quantità di contenuti pubblicati.

Come creare un calendario editoriale bilanciando qualità e quantità

Perlomeno per quanto riguarda la SEO, non è che pubblicare più spesso dia un vantaggio intrinseco rispetto a pubblicare meno spesso. Certo, pubblicare più spesso significa che pubblicheremo più contenuti, il che, ovviamente, implica il fatto che avremo la possibilità di posizionarci per più parole chiave.

In realtà, però, il vantaggio, se così vogliamo chiamarlo, risiede nel fatto che abbiamo la possibilità di posizionarci per più parole chiave e non specificamente nel fatto che pubblichiamo più spesso.

Dobbiamo, quindi, trovare il giusto equilibrio tra il pubblicare i contenuti migliori che possiamo pubblicare il più spesso possibile, e adesso vediamo che cosa vogliono dire entrambe queste cose, ossia “i contenuti migliori possibili” e “il più spesso possibile”.

Che cosa vuol dire pubblicare i contenuti migliori possibili

Pubblicare i contenuti migliori possibili significa lanciare dei contenuti che siano di valore e pertinenti per il nostro target di riferimento, facendo però anche attenzione che questi contenuti siano il più completi possibile.

Se fino a qualche anno fa era sufficiente pubblicare un articolo da 500 o 600 parole, ben ottimizzato, per posizionarsi in prima pagina su Google, oggi questo non è più possibile. Invece che pubblicare brevi pezzi infarciti di parole chiave, oggi è molto meglio creare un editorial plan, e di conseguenza anche un calendario editoriale, che preveda contenuti lunghi, ma non lunghi nel senso che dobbiamo “allungare la brodaglia”, ma “lunghi” nel senso di completi.

Non è certo un caso che ormai da tempo Google stia spingendo per sensibilizzare sul fatto che per posizionarsi bene non sono necessarie tanto le parole chiave (che sono comunque, ovviamente, importanti), ma è necessario far trasparire dai propri testi la propria esperienza riguardo a ciò che si scrive, è necessario far trasparire il fatto che chi legge si può fidare di noi.

Questo è quello che l’acronimo inglese EEAT indica, che sta per Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness e che è appunto uno dei cardini su cui si deve reggere la pubblicazione dei nostri contenuti.

Un altro motivo per cui la sigla EEAT è importante è anche il fatto che l’avvento di tecnologie come ChatGPT, e un’infinità di altri, possono darci un’enorme mano nella creazione di contenuto, ma, il contenuto che pubblichiamo non deve essere scritto da un robot, ma deve necessariamente contenere anche tutti gli elementi di autorevolezza e affidabilità che solamente anni di esperienza nel campo possono far trasparire.

Questo significa, quindi, che possiamo farci aiutare da ChatGPT, per esempio, a farci scrivere articoli, ma non possiamo e non dobbiamo utilizzare ChatGPT e  simili per creare e pubblicare acriticamente articoli sul nostro blog e sulle nostre proprietà social senza un minimo di controllo e di intervento nostro anche perché, per esperienza, ti posso assicurare che per quanto in italiano corretto, un articolo di un blog scritto da ChatGPT, mancherà di quel tocco umano che deriva appunto dall’esperienza e dalla sensibilità a cui solamente noi umani possiamo attingere.

Che cosa vuol dire pubblicare il più spesso possibile

calendario editoriale social

Non è un caso che abbia dato la precedenza a “che cosa vuol dire pubblicare i contenuti migliori possibile”; questo perché il nostro calendario editoriale deve tenere presente anzitutto il fatto che dobbiamo dedicare del tempo alla creazione di contenuti di qualità e, una volta che noi abbiamo stabilito che cosa sia per noi questa “qualità” e allora, ma solo allora, inizieremo a darci delle scadenze.

Per esempio, per creare il nostro calendario editoriale, possiamo, numeri alla mano, definire che abbiamo a disposizione 10 ore al mese, e, neanche a dirlo, queste 10 ore devono essere necessariamente dedicate solo ed esclusivamente alla creazione di contenuti, il che vuol dire che, quindi, non dovremmo inserire in queste ore anche assistenza clienti, rispondere al telefono, mandare mail eccetera. Se diciamo che dedichiamo 10 ore al mese per pubblicare i nostri articoli, 10 ore devono essere.

Se vediamo che per scrivere un articolo del blog fatto bene, ci mettiamo 5 ore, questo significa che, al mese, potremmo pubblicare 2 articoli del blog (10 ore totali/ 5 ore per articolo del blog).

Dicevo prima che non c’è una scadenza minima da seguire per pubblicare degli articoli del blog per posizionarsi il che è vero, ma solo in parte. È vero perché nessuno ti obbliga a pubblicare tre volte a settimana, ma è vero anche che nella SEO, come in generale in molte delle attività di marketing, non è tanto l’attività individuale a fare la differenza ma è, invece, la costanza che manteniamo nel continuare a ripetere nel tempo le azioni necessarie per farci crescere.

Se quindi stabilisci che due articoli al mese è la soglia massima che ti puoi permettere in questo momento, ma che soprattutto puoi mantenere sul lungo periodo, allora attieniti ai 2 articoli al mese e non cercare di superarli, ma soprattutto non scendere sotto questa soglia.

Oltretutto, c’è anche un motivo tecnico che riguarda più specificamente la seo: Google, per posizionare i tuoi articoli, deve capitare sul tuo sito. La cosa importante è che Google capiti in maniera regolare sul tuo sito in modo che, regolarmente, scopra i contenuti che pubblichi.

Se pubblichi con una certa regolarità, Google “capirà” che dovrà visitare il tuo sito con una certa regolarità; ma se tu pubblichi una volta ogni due settimane, poi una volta al mese, poi una volta ogni due mesi, poi una volta ogni sei mesi, Google verrà sempre meno spesso a visitare il tuo sito, il che vuol dire che anche se pubblicassi articoli in modo più frequente in futuro, Google potrebbe non vederli e quindi non posizionarli, e quindi tu non vedresti i risultati che ti aspettavi quando hai steso il tuo piano editoriale.

Più lo fai meno ci metti

come creare calendario editoriale

Dicevamo che creando il nostro calendario editoriale ci potremmo rendere conto che abbiamo la possibilità di scrivere solamente due articoli al mese perché, per ogni articolo, ci mettiamo 5 ore.

Inoltre, dicevo prima, che è necessario mantenere costanza e continuità di pubblicazione. “Costanza e continuità”, comunque, non vuol dire che se noi per raggiungere i nostri obiettivi, dobbiamo scrivere due articoli al mese, allora due devono rimanere per sempre nei secoli dei secoli.

Possiamo anche diminuire questa frequenza o aumentarla, l’importante è mantenere costante nel tempo questa nuova frequenza.

Ma la cosa importante da notare qui è che mantenendo appunto questa costanza e continuità, nel tempo, diventeremo sempre più bravi, veloci ed efficienti e questo significa che se prima ci mettevamo, ad esempio, 5 ore per scrivere un articolo del blog, fra due mesi ci metteremo tre ore e mezza e chissà, fra 5 mesi, ci metteremo due ore e mezza, mantenendo sempre inalterata la qualità.

È per questo che dicevo di dare la precedenza alla qualità. Il tempo che ci mettiamo a scrivere un articolo, nel tempo può diminuire, ma non deve diminuire la qualità dei nostri articoli. Se, invece, noi facciamo il percorso inverso, quindi, partendo prima dalla quantità e poi dalla qualità, finiremo per dare la precedenza al pubblicare il più articoli possibile a scapito però della qualità di questi contenuti che, sì, ci può far raggiungere i nostri obiettivi di contenuti pubblicati, ma, soprattutto sul lungo periodo, potrebbe non essere la via migliore per realizzare quello che noi avevamo in testa all’inizio quando abbiamo creato il nostro ped di marketing.

Come creare quindi un calendario editoriale?

Dicevamo che un calendario editoriale altro non è che un documento scritto su cui indicare, nella sua forma base, che cosa pubblicare e quando pubblicarlo.

Questo documento lo puoi creare un po’ come vuoi, la cosa importante è crearlo. Non perdere, quindi, troppo tempo nella scelta dello strumento specifico, ma piuttosto, incomincia a provarne uno e poi, nel tempo, vedi come ti trovi, nulla ti vieta poi di cambiarlo.

Io, ad esempio, mi trovo benissimo con Excel perché Excel mi permette di creare un documento in cui inserisco tutte le informazioni per me più rilevanti, in modo molto semplice.

Nel caso della SEO, ad esempio, un mio calendario editoriale, potrebbe, nella sua forma base, includere perlomeno le seguenti informazioni:

  • Parola chiave principale
  • Volume della parola chiave principale
  • Data di pubblicazione dell’articolo
  • Url dell’articolo pubblicato

Nulla ci vieta, comunque, di aggiungere anche altre informazioni; potremmo quindi inserire:

  • Fase del funnel a cui appartiene la parola chiave
  • Link interni inseriti nell’articolo
  • Link esterni inseriti nell’articolo
  • Etc…

La cosa importante è che ci dobbiamo ricordare che, qualunque informazione decidiamo di inserire, queste informazioni devono essere utili per noi, perché un calendario editoriale serve appunto per risparmiare tempo e risorse e questo significa quindi che dobbiamo inserire tutte le informazioni che noi riteniamo necessarie per evitare di doverle andare a cercare poi in altri posti o, ancora peggio, cercare di ricordarci a memoria qualcosa su cui avevamo riflettuto settimane o mesi fa, il che, questo sì, è una grande perdita di tempo e di energie.

Per riferimento, e per iniziare, puoi trovare da scaricare un mio esempio di calendario editoriale, che puoi utilizzare come base da cui partire per creare il tuo.

Conclusione

Creare un calendario editoriale è sicuramente un ottimo metodo per aiutarci a risparmiare tempo, risorse ed energie, che possiamo quindi spendere in altro modo. Spesso è proprio la creazione di questo calendario editoriale a fare la differenza e a renderci la vita più semplice.

Capire come creare un calendario editoriale era lo scopo di questo articolo, ma non è comunque detto che sia una cosa semplice ed intuitiva, anche perché, all’interno di un solo articolo, è impossibile inserire tutte le informazioni di cui potresti avere necessità per rispondere ai dubbi e alle domande che potresti avere in fase di stesura.

E’ per questo motivo che nel mio corso di ottimizzazione per i motori di ricerca pensato apposta per le aziende e i liberi professionisti, ho inserito tutta una serie di lezioni proprio sul calendario editoriale, e in cui affronto nella maniera più completa possibile tutti i dubbi e tutte le domande che i miei clienti spesso mi fanno relativamente a questo argomento.

Ti invito, quindi, a visitare il corso e a incominciare questo percorso di formazione, perché, senza dubbio, si rivelerà una miniera di informazioni che ti faranno risparmiare tempo, energia e risorse, esattamente proprio come un calendario editoriale.